La Marcia Turca di Mozart è uno di quei pezzi che, per diffusione e carattere, continua ancora oggi ad attirare generazioni di studenti, anche alle prime armi. Fa parte della sonata per pianoforte K331, e più precisamente ne costituisce il terzo movimento. Incerta la data della composizione: potrebbe aggirarsi tra il 1783 e il 1784. Incerta anche la località nella quale fu composta: Vienna, Parigi, Monaco o Salisburgo. Incompleto il manoscritto, fino al ritrovamento a Budapest nel 2014 della metà mancante, ad opera di un appassionato ricercatore mozartiano il quale, rovistando per cinque anni tra fogli di musica non catalogata, non ha creduto ai suoi occhi quando ha riconosciuto la grafia mozartiana.
Lo spartito del terzo tempo (il famoso Rondò alla Turca) richiama stilemi propri dei giannizzeri, il terribile corpo di fanteria dell’esercito ottomano. Il ritmo militaresco dei bassi, l’imitazione delle turcherie, il contrasto con la freschezza melodica del tema, una serie di momenti, tutti di grande impatto, le cui note si incastrano indelebilmente nella memoria non appena le si ascolta. Non è difficile, insomma, immaginare il perchè del successo di questo brano. Il perchè, si chiama Amadeus.
MARCIA TURCA (RONDO’ ALLA TURCA), dalla Sonata K331 di Mozart
Spartito gratis per pianoforte
Compositore: Wolfang Amadeus Mozart
Arrangiatore: GC
Organico: Pianoforte
Genere: Musica Classica
Quando un allievo di scuola media ad indirizzo musicale chiede di poter suonare la Marcia Turca, finisce spesso per imitare a voce il motivetto iniziale, perchè non conosce il titolo. Sulla paternità del brano si assiste alle ipotesi più clamorose, ma fingiamo di non ricordare. Il brano, in sè, sembra sfidare chi intende suonarlo: da un lato lo attira con l’apparente semplicità dell’accompagnamento, dall’altro lo pungola con la difficoltà della mano destra.
L’arrangiamento che stiamo per presentarvi propone un accompagnamento effettivamente più facile, cercando di mantenere alto il livello della sfida a destra, fin dove possibile. Nella prima parte dello spartito la sinistra si mantiene nell’ambito della quinta, la destra è sostanzialmente la stessa dell’originale. Il secondo tema presenta poche semplificazioni a destra, e una sinistra che anzichè procedere per ottave spezzate, va stringendo gli intervalli. Il ritorno al primo tema si conclude con una diradazione della sinistra, altrimenti impegnata in salti e accordi.
La parte in la maggiore è forse la meno adatta a mani acerbe. Gli accordi arpeggiati a sinistra vengono sostituiti da bicordi che rimbalzano sui ribattuti superiori singoli. L’effetto “fracasso” viene parzialmente completato a destra, con l’aggiunta al tema di una nota dell’armonia. La successiva sezione, la più difficile nello spartito originale, viene realizzata da entrambe le mani, con la sinistra che interagisce con la destra alla realizzazione della linea veloce, picchettandola con qualche “basso” in registro acuto. Nelle ripetizioni finali non vengono aggiunti elementi di novità.
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