Nel 1914 Erik Satie pubblicava 21 piccoli brani sotto il nome di Sports et divertissements. Si trattava di un ambizioso progetto artistico che puntava ad abbinare 21 illustrazioni d’artista con altrettante pagine di musica per pianoforte. Satie doveva occuparsi di queste miniature pianistiche, ma fece di più, scrivendo i suoi spartiti autografi con meravigliosa grafia, ed aggiungendo ad ogni pagina musicale dei commenti poetici. Uno dei 21 pezzi era Le Tango Perpètuel.
Con questo brano l’intenzione di Satie era evidentemente quella di canzonare un genere, quello del tango, la cui moda si diffuse a macchia d’olio in Europa, durante i primi anni del 1900. Prendendo spunto dalle parole dell’Arcivescovo di Parigi, dichiarò nella sua poesiuola d’accompagnamento allo spartito, che “il Tango è il ballo del Demonio”, e ne fornì una versione musicale decisamente ironica, nella quale la ripetitività dell’accompagnamento infiacchisce volutamente una linea tematica vagamente spagnoleggiante.
LE TANGO PERPETUEL
di Erik Satie
Spartito gratis per Ensemble di Chitarre
Compositore: Erik Satie
Arrangiatore: Edoardo Pieri
Organico: 3 Chitarre
Genere: Musica Classica, Tango
Difficoltà: Intermedia
Le Tango (Perpetuel) di Satie, arrangiato dal Maestro Edoardo Pieri per trio di chitarre con lo scopo di essere eseguito da allievi di Scuola Media ad Indirizzo Musicale, inizia con quattro battute introduttive nelle quali la cellula ritmica del Tango viene ripetuta a turno dalla seconda e dalla terza chitarra anticipando l’ostinato ritmico di accompagnamento, che per l’intero brano viene affidato alla terza chitarra mediante una ripetizione “perpetua” pressoché ipnotica.
Il materiale tematico presente nello spartito è affidato esclusivamente alla prima chitarra, con l’ausilio della seconda per la realizzazione di quei passaggi che – essendo originariamente scritti per pianoforte – potrebbero risultare complicati per l’esecuzione su una sola chitarra, affidata ad un alunno di Scuola Secondaria di I grado. Ecco dunque che la seconda chitarra interviene per lo sdoppiamento di note simultanee, per garantire la durata di note lunghe in passaggi polifonici o per spezzare le lunghe scale di semicrome, presenti nelle battute conclusive del petit morceau.