La Cucaracha è forse il più famoso esempio di corrido, una forma particolare di canzone popolare molto diffusa in Messico a partire dal 1910, con la rivoluzione messicana. In realtà viene citata per la prima volta nel 1883, e se ne ritrovano testimonianze anche antecedenti, fino agli inizi del 1800. Vero è che queste citazioni potrebbero riferirsi ad altre canzoni, perchè La Cucaracha indubbiamente è legata alla figura di Pancho Villa, generale della rivoluzione messicana.
Lo spartito riprende stilemi musicali molto diffusi all’interno dei gruppi di mariachi, che hanno nel corrido uno dei punti forti del loro repertorio, insieme al bolero, al valzer messicano, e alla canzone ranchera. La Cucaracha ovviamente non fa eccezione, in virtù del grande humour che si sprigiona dal contrasto tra un generale andamento battente, ed il ritmo balbettante dei disegni melodici.
LA CUCARACHA
Spartito gratis per Ensemble di Percussioni
Compositore: Tradizionale Messicano
Arrangiatore: Fabrizio Bartolini
Organico: Ensemble di Percussioni (Xilofono, Vibrafono, Ovetto, Claves, Triangolo; Cowbell, Guiro)
Genere: Canzone Tradizionale
Difficoltà: Piuttosto Facile
Nell’arrangiamento creato da Fabrizio Bartolini per percussionisti di Scuola Media ad Indirizzo Musicale, il tema de La Cucaracha è affidato allo Xilofono, che si occupa di eseguirlo per l’intera durata del brano. Il vibrafono accompagna con un semplice disegno che trasforma il 4/4 in un ⅜ + ⅜ + ¼, caratteristica peculiare de La Cucaracha, e ribadita dai legnetti in questa prima parte, con l’ausilio del triangolo, che sottolinea il levare.
Il secondo tema dello spartito prevede l’ingresso di tutti gli strumenti impiegati, ferma restando la linea tematica allo xilofono. Il vibrafono si ampia in bicordi, lo shaker procede in crome i cui accenti regolari contrastano con quelli dei legnetti. Ma la parte più caratteristica ed incisiva ai fini dell’impressione stilistica generale è affidata al guiro, che, pur regolare, regala fascino e sapore di tortillas ad uno spartito che, per quanto semplice, conserva intatti il pepe e la verve dell’originale.