TITOLO:
Il primo libro per lo studio del pianoforte
AUTORE:
Antonio Trombone
EDITORE:
Edizioni Curci
ANNO DI PUBBLICAZIONE:
1952
PRESENTAZIONE SINTETICA:
Il metodo si compone di 3 parti. Nella prima sono presenti 28 piccoli esercizi per la mano destra e sinistra (prima separate, poi unite non isocrone), nella sola chiave di violino e su sole 5 note, tesi a sviluppare una prima forma di indipendenza tra le dita (con ribattuti, gradi congiunti, e piccoli intervalli), e di equilibrio nella mano (grazie al fatto che in ogni esercizio permane costantemente una nota tenuta). Consigliato lo studio a mani separate per evitare l’allievo si abitui ad una visione a specchio delle due mani.
Nei 16 esercizi che formano la seconda parte del libro si sperimentano altre tonalità oltre quella di do, e di conseguenza l’allievo viene stimolato a sperimentare nuove posizioni ed adattamenti delle mani sulla geografia della tastiera, con l’introduzione del doppio pentagramma con chiave di basso. I valori delle note si stringono in figurazioni che meglio contribuiscono all’agilità delle dita (crome) e alla dilatazione (piccole forme arpeggiali senza passaggio del pollice).
Nella terza parte gli esercizi si fanno più cantabili, e si introduce lo studio del passaggio del pollice (propedeutico alle scale) mediante la rotazione intorno ad esso delle restanti dita, prima, e mediante ribattuti col pollice su note vicine. Infine le scale, raggruppate secondo diteggiature.
Illustrazioni del tutto assenti.
PUNTI FORTI:
Ottima la scansione sistematica d’impianto, perché consente di passare da un’abilità all’altra con transizioni logiche e comprensibili. L’acquisizione di valori tecnici di base avviene quindi in maniera progressiva e ragionata, consentendo all’allievo di cimentarsi di volta in volta con difficoltà che necessitano delle precedenti, per poter essere risolte.
PUNTI DEBOLI:
Debolissimo il lato musicale, trattato da Trombone come un fattore destinato al “poi”, anziché al “durante”. Se si intende utilizzare ‘Il primo libro per lo studio del pianoforte’, è bene affiancarlo a raccolte di brani che contengano un qualche interesse melodico o armonico per gli allievi più piccoli, considerando anche la completa assenza di elementi grafici accattivanti.