“Il tango più spaventosamente povero del mondo“. Con queste parole Astor Piazzolla ha liquidato La Cumparsita, il brano che forse più di qualunque altro identifica il tango, nell’immaginario di chiunque. Le sue parole non suonano nemmeno troppo offensive, se si pensa che la “povertà” degli elementi musicali impiegati ha consentito nel tempo un enorme fiorire di versioni diverse.
Lo spartito originale era una semplice marcetta composta da Matos Rodriguez, ancora minorenne, per il Carnevale della Federacion de Estudiantes del Uruguay, intorno al 1917. La prima integrazione, corposa, avvenne già in occasione della prima esecuzione pubblica orchestrale, a cura di Roberto Firpo. Dopo un breve periodo di oblio, il brano strumentale venne trasformato in una canzone con testo, e di lì alla gloria il passo fu breve.
LA CUMPARSITA
di Matos Rodriguez
Spartito gratis per ensemble di chitarre
Compositore: Matos Rodriguez
Arrangiatore: Leonardo Recchia
Organico: 8 chitarre
Genere: Tradizionale
L’arrangiamento di Leonardo Recchia propone una versione de La Cumparsita molto elaborata, nella quale le 8 chitarre presenti in organico si incastrano e giustappongono senza quasi raddoppi, se non nei momenti in cui l’equilibrio sonoro tra le parti lo richiede. Nonostante la ricchezza delle figurazioni inserite, la partitura si rivela adatta ad allievi dotati di scuola media ad indirizzo musicale.
Eccezion fatta per la chitarra 8, che si esprime in accordi dall’inizio alla fine del brano, a tutte le altre è concesso di confrontarsi con una linea tematica importante, nel corso dello spartito. E di linee ve ne sono in abbondanza, visto che la versione di Leonardo Recchia prevede tutte le sezioni originali de La Cumparsita, comprese quelle meno note.
Molto bello come arrangiamento. Bravo