“Al Chiaro di Luna” è il modo in cui Ludwig Rellstab era solito definire il primo tempo della sonata per pianoforte op.27 n.2 di Beethoven. Quella definizione finì per indicare l’intera sonata, ma decisamente il compositore tedesco non avrebbe approvato. Lui, Beethoven, aggiunse nel titolo le parole “Quasi una fantasia”, per via della disposizione libera dei movimenti. Ma non andò oltre.
L’Adagio Sostenuto, il primo movimento della sonata, si compone quasi esclusivamente di tre materiali, posizionati in altrettanti registri: un basso, un accompagnamento in accordi sciolti, e una melodia. Lo spartito è in questo senso molto omogeneo. Eppure, a fine ascolto, l’impressione che ne resta è di aver vissuto, senza fiato, il racconto ipnotico di una lunga emozione.
AL CHIARO DI LUNA, dalla Sonata op.27 n.2 di Beethoven
Spartito gratis per pianoforte facile
Compositore: Ludwig Van Beethoven
Arrangiatore: GC
Organico: Pianoforte
Genere: Musica Classica
Il problema primario dell’Adagio della Sonata Al Chiaro di Luna è la resa dei tre piani sonori, che richiede una maturità strumentale sconosciuta alla maggior parte dei piccoli allievi di scuola media ad indirizzo musicale. Difficile anche eseguire agevolmente passaggi che, per quanto lenti, richiedono una buona estensione di mano. Per ovviare a questi problemi proponiamo uno spartito facilitato per pianoforte di Al Chiaro di Luna, in mi minore anzichè in do diesis minore (per limitare al minimo i tasti neri).
Basso arpeggio e melodia vengono ravvicinati fino quasi a fondersi, in maniera che una mano possa aiutare l’altra nei punti in cui dovrebbe altrimenti allungarsi oltre le possibilità dell’alunno. Nello spartito la permanenza dei bassi viene affidata al pedale, in maniera tale che la mano non venga costretta a dilatazioni esagerate. La melodia non si distingue graficamente dall’accompagnamento, perchè le note del tema sono destinate ad emergere naturalmente dalla nuvola armonica del pedale.
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