“Non si parla d’altro che della Sonata in Do diesis minore. Io ne ho scritte di migliori, come quella in Fa diesis, che è tutt’altra cosa“. Con queste parole Beethoven esprimeva ad un giovane Carl Czerny, allora allievo del compositore tedesco, tutto il suo stupore per l’incredibile riscontro della Sonata per Pianoforte Op.27 N.2 “Quasi una Fantasia”. Quella sonata a breve sarebbe divenuta nota col nome di “Al Chiaro di Luna”, grazie o a causa di Ludwig Rellstab, poeta e critico musicale, che contribuì al dilagare della sua fama.
Beethoven ultimò questa sonata nel 1801 e la dedicò alla sua allieva Giulietta Guicciardi. Tra i due, al tempo, intercorreva probabilmente una relazione amorosa, interrotta nel giro di un paio d’anni dal matrimonio di lei con il Conte Gallenberg. Ma non si deve commettere l’errore di considerare questo spartito il canto d’amore di uno spasimante disperato: la dedica a Giulietta fu decisa probabilmente solo per ripiego.
SONATA AL CHIARO DI LUNA
di Ludwig Van Beethoven
Partitura gratis per Orchestra Scolastica
Compositore: Ludwig Van Beethoven
Arrangiatore: Isxno
Organico: Flauto, Clarinetto, Violino, Arpa, Chitarra, Vibrafono
Genere: Musica Classica
Difficoltà: Abbastanza Facile
La sonata Al Chiaro di Luna è nota a chiunque nella versione pianistica originale. E nonostante in una Scuola Media ad Indirizzo Musicale si arrangi per orchestra davvero di tutto, quella sonata sembrava essere rimasta immacolata. Fino ad oggi, almeno. Isxno, l’arrangiatore, propone infatti la sua versione del capolavoro beethoveniano, adattata ad un organico che definisce “Septiclavium”: Due Flauti, Clarinetto, Chitarra, Violino, Arpa, Vibrafono.
Della sonata vien preso in considerazione solo il primo tempo, l’Adagio, il famoso movimento che ha dato il nome postumo all’intera sonata. Tutti gli elementi costitutivi dei temi e degli accompagnamenti, i fattori ritmici, melodici, armonici, tutto viene preso in carico da uno strumento della nuova formazione, e riprodotto in partitura. Il violino, il flauto 1 ed il clarinetto si ritrovano spesso ad essere alterni protagonisti della vicenda musicale.
Gli altri strumenti in organico eseguono linee che i rispettivi timbri caricano di nuove suggestioni. La moltiplicazione dei timbri, a sua volta, evidenzia in alcuni punti frizioni che nel pianoforte non si percepiscono come tali. E non è infrequente in questa versione della sonata “Al Chiaro di Luna” di Beethoven imbattersi nell’emersione di linee che mai sembrava aver ascoltato, e che invece fanno parte dello spartito originale, pur se presenti in tutt’altro registro.
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