Carol of the Bells, uno dei brani natalizi più ascoltati a livello internazionale, ha una genesi piuttosto recente rispetto ad altri canti tradizionali, ma altrettanto complessa. Peter Wilhousky si attribuì la paternità di questo pezzo nel 1936. In realtà non fece altro che prendere una canzone ucraina, orchestrarla, e sovrapporle un nuovo testo, attinente con il Natale e con quanto la melodia gli ricordava: le campane.
In realtà di questa canzone ucraina (originariamente intitolata Ščedryk, e completamente slegata dal tema natalizio) esistevano già diverse partiture, perchè il vero compositore, Mykola Leontovych, l’aveva scritta vent’anni prima per vari organici, senza però riscuotere in patria il successo che Wilhousky riscosse negli USA. Non si può nemmeno dire che il fulcro della composizione (l’ostinato) fosse una sua creazione, visto che fu estrapolato da un antico canto ucraino.
CAROL OF THE BELLS
Canto natalizio tradizionale
Partitura gratis per Orchestra Scolastica
Arrangiatore: Luca Cerelli
Organico: flauto, clarinetto, percussioni, chitarra
Arrangiatore: GC
Organico: Chitarra, Flauto, Pianoforte, Violino
Nelle battute introduttive di questo arrangiamento di Carol of the Bells per orchestra di Scuola Media ad Indirizzo Musicale, vengono esposti due degli elementi principali della composizione: l’ostinato, suddiviso tra le due linee di chitarre, e i disegni discendenti in valori lunghi, affidati a flauti e violini. Ad un certo punto i bassi del pianoforte cominciano ad incupire un’atmosfera già di per sè non allegra.
E’ il preludio di un nuovo episodio ricorrente, creato dalla collaborazione tra basso e pianoforte. L’ostinato iniziale tornerà grazie alla riproposizione del flauto in vece della chitarra, ma assumerà valenza tematica, perchè pianoforte e basso continueranno a fungere da sfondo incalzante. Le sollecitazioni dinamiche che provengono dai registri gravi si ripercuotono sulla partitura, che comincia a caricarsi di nuovi ingressi.
Gli accordi delle chitarre, i disegni discendenti dei violini che invertono la loro direzione e cominciano a virare verso l’alto, l’ostinato tematico che guadagna una terza, contribuiscono ad introdurre il nuovo disegno che sferza Carol of the Bells con un’inaspettata quanto effimera ventata di fa maggiore. La propulsione degli elementi prosegue con due gruppi di strumenti che si rimbalzano folatine ascendenti, destinate però a culminare dove tutto era cominciato.
La seconda parte presenta lo stesso materiale tematico della prima, con qualche rimescolamento di elementi nella partitura. L’intento è più riassuntivo che riepilogativo, tant’è che il finale arriva molto prima, e consiste in un precipizio verso il basso, appena dopo aver raggiunto nello spartito quelle mete d’altezza a cui le scale di crome avevano condotto.