Ciò che spesso ha reso i canti di Natale ciò che sono oggi, e cioè canti natalizi, è il testo, più che la musica. Ci sembra di poter riconoscere nelle canzoni più famose gli stilemi tipici delle atmosfere natalizie, eppure ignoriamo che le musiche di quei canti che ci sembrano suggerire nevicate, campanellini, alberi di Natale e regali, sono state scritte per tutt’altre ricorrenze. Deck the Halls nacque ad esempio per celebrare il Capodanno.
Il canto affonda le sue origini nel Galles del 1600, ed un secolo dopo se ne ritrova una prima testimonianza all’interno della raccolta di spartiti per arpa di John Parry Ddall. Il brano acquista poi un sapore natalizio nel momento in cui, nel 1881, tal McCaskey decide di abbinare a questa musica un testo americano. Nasce lo spartito di Deck the Halls, come oggi noi lo conosciamo, compreso il “fa la la la la”, rievocazione onomatopeica delle sue origini arpistiche.
DECK THE HALLS
Canto natalizio tradizionale
Spartito gratis per Pianoforte a 4 Mani
Compositore: Tradizionale Gallese
Arrangiatore: GC
Organico: Pianoforte 4 mani
Genere: Canto Natalizio
Difficoltà: Abbastanza Facile
L’arrangiamento elaborato da Giuseppe Cataldi per un duo di piccoli pianisti frequentanti Scuola Media ad Indirizzo Musicale, parte con un’introduzione di quattro battute, la cui melodia è ricavata dalla lettura al contrario del tema principale di Deck the Halls. L’accompagnamento è invece del tutto avulso dal contesto successivo, e conferisce al brano un ritmo piuttosto dinamico, ripreso solo in parte nel prosieguo.
Il pianoforte 1 esegue poi il tema con la mano destra, mentre la sinistra, in collaborazione con la destra del pianoforte 2, intona un ostinato controcanto, da individuarsi sullo spartito con le note si do re. La sinistra del pianoforte 2 si limita ai bassi. Nelle successive 4 battute il tema viene ripetuto, ma dal pianoforte 2, che lo riesegue in un registro più basso, mentre nella zona più acuta il pianoforte 1 interviene a puntellarlo con dei disegni che ne sottolineano le direzioni.
Deck the Halls prevede anche un episodio centrale, che in questo arrangiamento viene trattato con un crescendo ritmico e dinamico, cui segue il ritorno del tema, con un’inflessione conclusiva non troppo perentoria, tale da consentire la ripresa dell’introduzione e di tutto il resto del brano. Una volta ripetute le sezioni A e B, Deck the Halls si chiude, muovendo la propria melodia verso l’acuto anzichè verso il basso, come che avveniva nello spartito prima della ripetizione 1.