El Vito affonda le sue origini nel folklore andaluso, tra danze e canzoni risalenti al sedicesimo secolo. San Vito è infatti il patrono dei ballerini. Nel diciannovesimo secolo è stato standardizzato come come una danza accompagnata da musica simile al bolero. Solitamente viene interpretato da donne che vestono abiti tipici, quali giacche e cappelli a tesa, e si esibiscono in passi e movenze appartenenti all’arte della corrida.
Anche se lo spartito originale di El Vito non esiste, nelle versioni che si sono avvicendate nel tempo rimangono stabili molti elementi. Il 3/8, ad esempio, è un caposaldo di questa danza. La scala minore armonica per i passaggi ascendenti, e il modo frigio per quelli discendenti, sono un altro punto fermo di El Vito, ma della musica andalusa in generale. Il testo, invece, è variabile.
EL VITO, tradizionale dall’Andalusia
Spartito gratis per quartetto di chitarre
Compositore: Anonimo
Arrangiatore: Vincenzo Aniello
Organico: 4 chitarre
Genere: Tradizionale
Nel quartetto per chitarre inviatoci da Vincenzo Aniello, le note di El Vito risuonano impregnate di stilemi spagnoleggianti. Le chitarre vengono organizzate per funzioni, in maniera che ad ogni allievo di scuola media ad indirizzo musicale tocchi in assegnazione un compito ben preciso. La chitarra 1 suonerà il tema, la chitarra 2 andrà a raddoppiare la 1 con terze quinte o all’ottava bassa, la chitarra 3 suonerà gli accordi, la chitarra 4 i bassi.
Questo schema verrà mantenuto nel corso dell’intero spartito, trasversale ai vari momenti: e cioè nell’introduzione, nel tema iniziale (quello più famoso), in quello centrale, e nel ritorno del primo tema. Mirata, sempre, la scelta di accordi e bassi. A volte i primi vengono utilizzati solo sulla prima pulsazione, lasciando consapevolmente vuote le altre due per aumentare l’incisività dei bassi quando si muovono improvvisamente. Altre volte tacciono per l’intera battuta, in maniera che l’impatto del loro ritorno venga accentuato.