Hava Nagila è una delle prime canzoni popolari israeliane moderne in lingua ebraica. Oggi è quasi un classico da cantare e suonare durante i matrimoni ebraici e le celebrazioni del Bar / Bat Mitzvah. Fu composta da Abraham Zevi Idelsohn nel 1918 per celebrare la vittoria britannica sui Turchi nel 1917. Fu eseguita per la prima volta in un concerto di coro misto a Gerusalemme. I testi si basano sul Salmo 118 (versetto 24) della Bibbia ebraica. La prima registrazione commerciale della canzone fu prodotta a Berlino nel 1922
Abraham Zevi Idelsohn (1882–1938), professore alla Hebrew University, nutriva grande interesse per la musica ebraica, e trascorse la sua vita a catalogarla. Uno dei suoi studenti, Moshe Nathanson, gli presentò un canto del XIX secolo, lento e melodioso (Hava Nagila), a cui furono apposti ritmi e parole moderne per lo spartito che oggi conosciamo. C’è infatti chi vede in Nathanson piuttosto che in Idelsohn l’ideatore di Hava Nagila.
HAVA NAGILA, Canzone popolare ebraica
Partitura gratis per orchestra scolastica
Compositore: Abraham Zevi Idelsohn
Arrangiatore: Annamaria Quaranta
Organico: Flauto, Oboe, Chitarra, Pianoforte, Violino, Fagotto, Violoncello
Genere: Musica Tradizionale
Capita, a volte, di conoscere benissimo una canzone per averla sentita infinite volte, trasmessa da programmi, film, feste e quant’altro, e di non conoscerne il titolo. Ai più il nome Hava Nagila potrà non dire nulla, ma le prime note di questo arrangiamento mettono subito le cose in chiaro: Hava Nagila non solo è conosciutissimo, ma è forse in assoluto uno dei brani più evocativi della cultura ebraica. Che venga utilizzato in un progetto interdisciplinare, o in un programma da concerto particolare, o semplicemente per il suo interesse musicale, Hava Nagila avrà certamente un forte impatto sul pubblico delle nostre orchestre di scuola media ad indirizzo musicale.
La partitura comincia con il canto puro del flauto, e come spesso accade in questo genere di musica, si procede per intensificazione. L’oboe si sovrappone con un disegno tipico, poco prima che intervenga la voce del coro ad intonare le prime parole del testo, con la chitarra al raddoppio. Da qui in poi è un continuo rimescolarsi di elementi, tra il secondo tema, nuove forme di accompagnamento, temi a distanza di terza, strumenti che lasciano scivolare le melodie in mano ad altri strumenti, ed inversioni continue di funzioni.