I Want to Break Free è una delle più famose canzoni dei Queen. Scritta nel 1984 dal bassista John Deacon e distribuita nel loro undicesimo album The Works, ottenne un clamoroso successo anche in virtù del video che ne accompagnò l’uscita. In quello storico video Freddy Mercury appariva vestito da casalinga americana anni 50, come gli altri componenti del gruppo, la qual cosa non fu gradita esclusivamente negli Stati Uniti. Nel resto del mondo I Want to Break Free venne immediatamente considerata un inno di lotta contro l’oppressione.
La gran parte della partitura si compone di una progressione blues di 12 battute in mi maggiore, ripetuta più volte, sulla quale si dipanano tre strofe ed un ritornello. Di questa canzone esistono tre versioni: quella dell’album, la singola, ed una terza più estesa. Differiscono soprattutto per il minutaggio destinato all’introduzione e al finale, e per qualche inserzione strumentale. Per il resto viene utilizzata la struttura della versione più corta, quella presente nell’album The Works, con un’introduzione, due strofe, un ritornello, un assolo di sintetizzatore di ottoni, ed un’ultima strofa che conduce lo spartito ad una conclusione sfumata.
I WANT TO BREAK FREE
dei Queen
Partitura per Orchestra Scolastica
Compositore: John Deacon, dei Queen
Arrangiatore: Salvatore Altavilla
Organico: Chitarra, Clarinetto, Flauto, Percussioni, Pianoforte, Ottoni, Archi
Genere: Canzone
Difficoltà: Medio Alta
L’arrangiamento proposto dal Maestro Salvatore Altavilla si basa sulla versione di I Want to Break Free presente nell’album The Works. E’ stato elaborato per orchestra di Scuola Media ad Indirizzo Musicale, composta da ampio organico. Sono previste infatti due linee di flauti, due di clarinetti, due di chitarra (elettrica e classica), percussioni, pianoforte, due sezioni di ottoni e due di archi (realizzabili all’occorrenza da tastiere elettriche o sintetizzatori, come nell’’originale).
La partitura comincia con un’introduzione di 12 battute, nella quale viene esposta la progressione blues che permarrà intatta in quasi tutta la composizione, a prescindere dalle variazioni in termini di strumenti impiegati ad ogni ripresa di strofa. Vi partecipano inizialmente il pianoforte, la chitarra classica, la batteria, la chitarra elettrica con un breve frammento tematico, e nelle ultime battute s’aggiungono in valori larghi i clarinetti e i flauti.
Segue il tema della prima strofa di I Want to Break Free, eseguito dai flauti, con brevi collaborazioni da parte dei clarinetti, soprattutto nelle chiusure di frase. Si innesta, come detto, sulla base già annunciata nell’introduzione, con la sola differenza dell’impiego costante della chitarra elettrica e del rullante. Sul finire della strofa lo spartito presenta una novità che annuncia le differenze presenti nella seconda strofa: subentra nuovamente il pianoforte, prima con valori larghi, poi con le classiche crome staccate in terze.
La ripetizione immediata del tema della strofa viene controbilanciata da un’orchestrazione del tutto differente rispetto a quanto appena ascoltato. Il tema passa ai clarinetti, i flauti arricchiscono con brevi frammenti in controcanto, subentra l’amalgama degli archi, e pianoforte, chitarra elettrica, e batteria proseguono così come avevano concluso la sezione precedente della partitura: il primo con le crome ribattute, la seconda replicando il ritmo della chitarra classica, e la terza aggiungendo il rullante.
Ancora una volta il finale della strofa anticipa elementi di orchestrazione che andranno a costituire il ritornello di I Want to Break Free. Parliamo dello sdoppiamento delle linee dei fiati, dell’ingresso degli ottoni, dell’arricchimento armonico degli archi, e del raddoppio del tema con due o tre strumenti diversi. Al ritornello segue un assolo di chitarra elettrica, che dovrebbe richiamare la parte strumentale della canzone originale.
Ed infine la terza strofa, ancora una volta all’insegna del rinnovamento. Questa volta i flauti condurranno il tema all’unisono, i clarinetti accompagneranno in valori larghi, così come faranno anche gli archi, con maggiore prospettiva armonica, e producendo un effetto più lirico rispetto alle precedenti esecuzioni del tema, anche grazie alla sparizione improvvisa dell’effetto ritmico assicurato finora da pianoforte, percussioni, e chitarre. La coda dello spartito consiste in numerosi raddoppi tematici, sostenuti da basi armoniche e ritmiche nuovamente integre.
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