Nel 1826 Niccolò Paganini scriveva una di quelle partiture destinate a rimanere impresse nei secoli a venire. Si trattava del Concerto per Violino e Orchestra n.2 in si minore. Il Concerto si articola in tre tempi: Allegro Maestoso, Adagio, e Rondò à la clochette. Particolarmente conosciuto è il Rondò finale, grazie al vivace dialogo che intercorre tra la campanella ed il violino che ne ricerca l’imitazione. Nella parte centrale riemerge il carattere melodico del Concerto, prima che il violino si lanci nella ripresa finale, e concluda il brano in un impeto irrefrenabile di virtuosismo e velocità, insieme all’orchestra.
Liszt rimase particolarmente affascinato dal terzo movimento del concerto, e decise di inserirne il tema principale nella sua raccolta di Studi da Paganini. Lo Studio S140 in sol diesis minore è uno spartito ad alto tasso di virtuosismo. Le difficoltà tecniche legate alla sua esecuzione non sono in realtà insormontabili, a patto di avere una mano che lo consenta, ma ciò che risulta davvero complicato è rendere al pianoforte la leggerezza del suono di una campanella nonostante salti chilometrici delle mani.
LA CAMPANELLA
di Paganini/Liszt
Spartito gratis per pianoforte
Compositori: Niccolò Paganini, Franz Liszt
Arrangiatore: GC
Organico: Pianoforte
Genere: Musica Classica
Difficoltà: Piuttosto Facile
Nello spartito che vi proponiamo, scritto da GC per pianisti di Scuola Media ad Indirizzo Musicale, le difficoltà della Campanella di Liszt vengono limate drasticamente, riducendo l’entità dei salti della sinistra, e soprattutto di quelli della destra, trasformati in ribattuti. L’effetto finale del brano dovrebbe comunque dare l’impressione e la soddisfazione all’allievo di essersi confrontato con uno dei grandi pezzi della tradizione pianistica.
Si comincia con l’esposizione del tema, suddiviso nelle sue due parti: nella prima l’accompagnamento è secco, nella seconda si fa più presente, prolungando alcuni valori della sinistra. Lo spartito prosegue proponendo lo stesso tema, integrato coi rintocchi della campanella. Questa volta la linea tematica va alla mano sinistra, mentre la destra si produce in echi acuti e ripetuti, eccezion fatta per il battere, che contribuisce all’armonia.
In questa sezione del brano è opportuno seguire alla lettera la diteggiatura, impostata per dare all’allievo uno schema ripetitivo da utilizzare a sinistra, nonostante le note del tema non si ripetano. Una scala cromatica per moto contrario porta il brano alla conclusione, che utilizza la coda de La Campanella di Liszt, in versione ovviamente largamente rimaneggiata, e con un basso che aggiunge allo spartito delle piccole novità, prima del finale accordale in la minore.