Tu Scendi dalle Stelle è la versione in italiano di Quanno Nascette Ninno, un canto dialettale scritto in napoletano nel 1754 da Sant’Alfonso Maria de’ Liguori, presumibilmente durante la sua permanenza a Deliceto (Foggia), ed ispirato dai canti degli zampognari. Un’altra teoria fissa i natali del popolare brano natalizio a Nola (in provincia di Napoli), ma la disputa tra le due città è destinata a rimanere insoluta.
Siamo abituati a sentire questa canzone così com’è stata tramandata, in un 6/8 che evoca i ritmi tipici della ninna nanna. In realtà lo spartito originale è ben più interessante. Innanzitutto crome puntate in luogo delle crome semplici, soprattutto sui finali di frase. L’ambivalenza continua tra il maggiore e il minore a sottolineare il contrasto tra la tenerezza della nascita ed il destino di morte. L’utilizzo della scala napoletana sul finire di ogni strofa.
TU SCENDI DALLE STELLE
Quanno nascette Ninno
Spartito gratis per Pianoforte a 4 Mani
Compositore: Alfonso de’ Liguori
Arrangiatore: GC
Organico: Pianoforte 4 Mani
Genere: Canti Natalizi
Difficoltà: Piuttosto Facile
Con questo arrangiamento di Tu Scendi dalle Stelle si è voluto provare a proporre agli allievi di Scuola Media ad Indirizzo Musicale una nuova suggestione, più moderna, di un canto che ormai viene recepito come una filastrocca infantile. Un tentativo di svincolare questo piccolo gioiello natalizio dall’inflazione d’ascolto a cui la sua fama paradossalmente l’ha destinato.
L’esordio dello spartito prevede una scala discendente, in corrispondenza del testo: Tu Scendi dalle Stelle. Una volta raggiunta la zona del pianoforte più centrale, la disposizione di parti e mani si stabilizza in questi termini: il pianoforte 2 esegue i bassi con la sinistra (che procede per gradi congiunti o cromatici, anziché per salti di quinta sul I e V grado), e un accompagnamento in crome con la destra; il pianoforte 1 esegue il tema con la sinistra, e degli intervalli acuti con la destra, come fossero bagliori nel cielo.
La parte centrale del brano (O Bambino mio Divino) vede una momentanea inversione di ruoli tra pianoforte 1 e pianoforte 2. Il tema passa al secondo, mentre il primo esegue un controcanto inedito, che dall’acuto procede verso il basso, fino a riguadagnare la zona nella quale si era espresso il primo tema, annunciandone il prossimo ritorno. E difatti l’ultima sezione dello spartito consiste in una riproposizione integrale della prima, eccezion fatta per il finale, insensatamente più spensierato.
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